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Libri copertine su scaffale Jijide
Nov 25, 20255 min read

Profumi e libri: il racconto dei profumi attraverso i romanzi

Come raccontare un profumo a chi non ha la possibilità di sentirlo?

Ci sono tante strade che si possono percorrere. Una delle vie che amo percorrere è quella che intreccia la profumeria alla letteratura. L’atmosfera di un romanzo, a volte, può essere più immediata di un elenco di note olfattive. E anche il profumo è una storia, un’evoluzione.

Ho scelto cinque fragranze di Jijide che amo molto, raccontandole attraverso la lente di altrettanti romanzi con i quali costruiscono un ideale, appassionato, dialogo.

jijide terra profumo artistico Copertina Yu Hua Brothers La saga

TERRA - La mia vita nel bosco degli spiriti di Amos Tutuola

Una delle cose che più amo della profumeria è il viaggio. La capacità di alcune fragranze di trasportarti in luoghi del mondo che mai hai visitato e che, forse, non ti capiterà mai di visitare.

Terra, in questo senso, è un biglietto di sola andata dall’immenso potere evocativo.
Siamo in Kenya, sotto un cielo traboccante di rosso, al tramonto. Le ombre delle persone si allungano sulla terra scura e arsa. L’aria bollente che cede il passo ai primi freschi della sera.

È un’esplosione narcotica di spezie, giocate meravigliosamente in contrasti tra caldo e freddo. Sembra di sentirla, la sabbia bruciata trasportata dalla brezza, nel gioco di legni e cuoio del fondo.

Sì, annusi questo profumo e sei lì. Nella distesa di una landa millenaria, ricca di leggende, in bilico tra fuoco e mistero.
Se fosse un disco, sarebbe “My Life in the Bush of Ghosts” di Brian Eno e David Byrne: battiti tribali esoterici, sfumature folk, etniche e funk. Tanto ritmo, altrettanta spiritualità.
Se fosse un libro, inevitabilmente, sarebbe il romanzo che ha ispirato quell’album: “La mia vita nel bosco degli spiriti” di Amos Tutuola.
Capolavoro della letteratura nigeriana, pubblicato nei primi anni ’50, il volume è una raccolta di favole a metà tra il sogno e la realtà. Un bambino con gli occhi curiosi puntati sul mondo, attratto e al tempo stesso spaventato dalle creature fantastiche e i misteri che dovrà affrontare nel suo personalissimo percorso di formazione. Anch Terra è un profumo che sembra vivere lì sul confine, tra l’effettivamente terreno e il magico.

riso jijide profumo artistico Copertina Gli Adelphi, Amos Tutula, La mai vita nel bosco degli spiriti

RISO - Brothers di Yu Hua

Pur essendo un aspetto molto gradito da tanti appassionati di profumo, personalmente tendo a non ricercare fragranze che richiamano nettamente il cibo. Tendo a non indossare e a fuggire da ciò che generalmente ricade sotto il termine “gourmand”.
Ogni regola ha, però, le sue eccezioni. L’odore del riso appena cotto mi affascina, invece, molto. Le narici che si riempiono di vapore. L’intimità domestica, sottilmente malinconica, che un piatto di riso bianco suscita.

È un odore che mi piace molto perché lo trovo duplice: da un lato rinchiuso tra le quattro mura di casa, dall’altro lontano, nell’evocare i graditi piattini di riso serviti come contorno nei miei viaggi in Asia.

Riso di Jijide è, in questo senso nitido: familiare da un lato, esotico dall’altro. Il riso bianco, appena cotto, si veste di morbidi contrasti agrumati e speziati.
Siamo in una caotica via di Shanghai, gremita di bancarelle di street food. È questa l’ispirazione dietro alla fragranza, e la si percepisce: dai chicchi, a un’elegante dolcezza, come se la portata fosse cambiata e ci trovassimo a gustare un dolce asiatico.

È un profumo intimo, contemplativo… domestico appunto. Ma è in viaggio al tempo stesso.

Se fosse un libro sarebbe forse “Brothers” di Yu Hua: una roboante commedia nera ambientata nella Cina in piena Rivoluzione culturale. Il legame indissolubile di due fratelli che si svela nella follia di un mondo esterno sempre più grottesco. Si ride tanto leggendo “Brothers”, a tratti ci si sente a casa. Altre volte scatta qualcosa di più viscerale, forse persino oscuro. È prima di tutto una storia profondamente densa, umana.

Umana come un pasto condiviso, in riparo dal caos del mondo, con lo sguardo rivolto altrove, verso l'Asia e i suoi silenzi di riso.

jijide oltre profumo artistico Brevemente risplendiamo sulla Terra di Ocean Vuong

OLTRE - Brevemente risplendiamo sulla Terra di Ocean Vuong

Non è facile, dopo anni di passione nel profumo, rimanere sorpresi da una fragranza. È difficile imbattersi in un profumo che sa sorprendere nel declinare in modo nuovo una materia prima che amiamo.
Da amante della violetta e delle sue sfumature cosmetiche, sono rimasto sorpreso da Oltre. Una violetta nostalgica e metallica al tempo stesso; ariosa e materica al punto che il mio naso la percepisce vetrosa.

È un fiore di vetro; forse un soprammobile sulla mensola di una nonna che abbiamo tanto amato e che abbiamo salutato un’ultima volta troppo tempo fa.

Una distanza fisica che sfocia nel ricordo, in quegli insegnamenti che quell’affetto ci ha lasciato.

È un percorso apparentemente triste, eppure ricco di coraggio, che sembra affrontare il protagonista di "Brevemente risplendiamo sulla Terra" di Ocean Vuong: straniero in terra straniera, senza bussola. A dargli forza, la voce di una madre che per esprimergli amore gli canta la canzone di "Tanti auguri a te" e le generazioni di donne che l’hanno cresciuto.

Oltre, come il ricordo che non svanisce del tutto.

jijide lian yen profumo Nagori di Ryoko Sekiguchi

LIAN YEN - Nagori di Ryoko Sekiguchi

In Giappone esiste una parola splendida, intraducibile: “Nagori”. Indica la sottile nostalgia che si prova quando una stagione sta per terminare, lasciando il passo alla successiva.
È un sentimento che può svilupparsi in quegli ultimi giorni d’estate in cui ci si rassegna all’inesorabile ciclo della natura. La saggista Ryoko Sekiguchi ha esplorato le sfumature del nagori in relazione al cibo, sottolineando come questa nostalgia si accompagni alla fiducia del ritorno di una stagione, in uno spirito di contemplazione estetica quasi commovente.

Per me Lian Yen è potenzialmente un profumo di nagori. Fragranza per celebrare un momento di viva sicurezza anche in una situazione di passaggio e di dubbio. È un profumo vellutato e confortante; carezzevole nelle deliziose sfumature pescate e rinvigorente nei frizzanti mandarino verde e pompelmo rosa. L’estate giunge al termine. Lian Yen è un tramonto sospeso, acquarellato. Arriverà l’autunno.
Non è un addio, ma un arrivederci.

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JIN U - Stagno di Claire Louise Bennett

Un fascio di luce verde. Questo è ciò che si visualizza annusando per la prima volta “Jin U”: un profumo aromatico e luminoso, composto in punta di piedi come se fosse un rincuorante acquerello zen.

È aggraziato, rincuorante, ma comunica forza. La capacità di essere risoluti immersi nella calma, senza cedere al tempo che scorre.

È un profumo che gioca di contrasti, tra ombre legnose e agrumi luminosi, che personalmente mi comunica anche una forte pace.

Quella sensazione che ho provato leggendo il particolarissimo romanzo “Stagno” della scrittrice Claire Louise Bennett: un fiume di pensieri di una donna che ha deciso di vivere in un piccolo chalet immersa nella natura. Una protagonista che, nell’incessante scorrere del tempo, ha saputo affinare il suo spirito di osservazione. Sola, lontana, è in grado di accogliere la meraviglia della natura che la circonda.
E proprio per questo non si annoia mai.

Una forza perpetua. Nel sentimento, nell’immaginazione.

Jin U è quella forza che osserva e accoglie, silenziosa ma inesauribile.

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Matteo Fumagalli L’ippocampo Edizioni
L'Autore

Matteo Fumagalli

Matteo Fumagalli (Erba, 1992) lavora nell’editoria come responsabile della comunicazione de L’ippocampo Edizioni. È inoltre docente di Storia del cinema presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Come autore ha pubblicato il saggio “Travolti dal trash nell’immenso mare del brutto” (Cairo, 2021). Sui suoi canali social racconta di letteratura, cinema e fragranze.